mercoledì 18 giugno 2014

Attesa


In questo momento la caffettiera brontola di succo amaro e profumato. Nell' aria si respira un assaggio dell'aspro inverno che verrà.  Se fossimo capaci di nasconderci dentro la tana di un topo di citta' , ogni pulviscolo di stelle non sarebbe che una promessa vana.
Provo a scrivere le cose che non riesco a dire e mi sembra che questo sia l' ennesimo esercizio inutile che porterà poco lontano da qui.
Ho desiderio di quel caffè che ha cominciato a riposare stancamente, illuso  che il suo destino continuerà amaro e non goduto da nessuno.
Chissà dove sei tu.
Dico che vorrei saperlo per dare un senso vero a quest'aria di mancanza. Non ho voglia di farti domande. Sono finite le domande e le risposte tardano a giungere.
Le fabbriche delle domande e delle risposte sono forse  dislocate ai poli opposti dell' oceano. Se fossero sorelle o cugine, o  amiche strette smetterebbero di esistere e di trovare la forza di uscire da casa.
Se davvero ci fosse intuizione, quel topo non uscirebbe mai dalla sua tana, se non, forse, per organizzare un viaggio verso la campagna!
Quel topo sarebbe morto dieci minuti prima di essere partito. Avrebbe inciampato sul raggio di sole stampato sulla parete accanto al letto e si sarebbe lasciato ingannare una volta di più dal profumo di caffè.
I topi non bevono il caffè.
Desiderano comprendere poco e niente dell' uomo. Solo il suo senso dello spreco. Per pregarlo di essere via via più dilagante e ottuso.
Il caffè è freddo.
Finalmente!

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