venerdì 15 maggio 2015

Ora, insieme


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Come se avessimo solo un ultimo giorno, questo, che ci stringe il fiato e lo consuma nei baci impazienti che la tua pelle trattiene e strappa alla mia bocca. E la pelle mia, fredda e pallida, si spiega nella gelosia. Dovunque siano i tuoi baci trattenuti, li sente suoi. Fuori piove, non meno  che dentro le nostre vite sospese. Sembriamo non fare caso alla luce che tramonta ed essa graffia il buio sapendo che segnerà come perduta la battaglia,  anche quest'oggi. Come sono ridicoli i sussurri che sfuggono alla logica! L' illusione che amarti sia concesso, e desiderarti, il punto di leva da cui poter rivoltare il mondo.  I miei capelli lasciano in ombra la linea di confine tra la ragione e l'anima.  Posso nascondermi e nascondere alla tua vista il mio dolore. Gli occhi bagnati. Il tremore delle stelle smarrite nelle iridi. C'è confusione e l'erba ai piedi degli alberi rigoglia più dell'aspra verità.  Vedo il tuo giardino dalla finestra che volge all'ovest, per questo conosco la vita che ti contiene. Lo sai che non dovrei essere qui a guardarti mentre ti pieghi a crescere, ad asciugare i sogni dalla pelle sudata. Mi concedo l'oscurità dei non detti perché il profumo dei tuoi pensieri inebria le mie paure confondendo il vero dal finto. Il sogno dalla realtà.  Lo sai che non dovrei guardarti mentre sospiri in un frammento del quotidiano e ti appresti a spargere del profumo acre delle spezie l' aria che mi separa dalla follia. La follia somiglia alle tue ciglia abbassate sul tavolo della cucina, somiglia alle tue dita strette attorno al coltello che farà il miracolo di un cibo masticabile e sorprendentemente buono. Lo sai che non dovrei essere qui a viverti come fosse il mio  ultimo giorno su questa vasta prateria ch'è la mia esistenza. Lo sai che non dovrei essere qui a guardare impaziente l' orologio che non mi lascia il tempo per saziare i sensi. Se tu ti attardi su questo piano cosa resterà del mio affanno? La follia ha la forma delle tue labbra, il gusto della luce che incurante di noi, ci sorpassa e si posa sul bianco dei muri. A renderli brillanti. Come le tue labbra... ora.. mentre non ricordi che io sono qui.  Eppure sono qui. Silenziosa, con le grida dentro. Quasi in bilico tra il claustrofobico rimpianto e l' ingannevole possibile.  Come può accadere che il mare sia lontano e io ne percepisca il suono cosi nitidamente? Le tue lenzuola come onde. Le tue certezze come balaustre sul domani. Le mie parole dentro i buchi neri avanzati al cielo che ci osserva. Ho ancora baci nella memoria da restituire al tuo viso. Avvicinati, ché oggi è l ultimo dei nostri giorni.

Giulia