lunedì 29 settembre 2014
Mandami via
domenica 28 settembre 2014
FOTOGRAFIA DELL' ORA
Un punto solitario si apre lento
e lacero di luce
si tende a spazio senza cornice.
La menzogna della guarigione
e' nuda.
Nemmeno mi vive l' oltraggio
dell' insania.
Non sono, piu' nulla.
Il resto è tutto in questa luce,
quasi di luna.
E l' aria ch' esisteva, ora,
solo un tremore caldo.
Come si mente
con gli occhi chiusi volutamente.
Come si mente, mi chiedo.
Non si mente già più,
se il freddo nel cuore
emula il sonno senza fine.
Li' dove la vita è stanca.
Sorride, l' altro che io sono.
Finalmente.
Sembra quasi un sussurro
quel sorriso lieve.
Non duole la carne. Ne' l' anima.
Non vive.
E nemmeno muore.
Non ti conosco felice.
Non ti conosco. Mai.
E a mentire,
soppraggiungi incerto.
Si vive di omesse verità.
Perché l'amore
e' solo
la stanza vuota dei ricordi.
Maria Giulia Cirronis
venerdì 20 giugno 2014
mercoledì 18 giugno 2014
Attesa
In questo momento la caffettiera brontola di succo amaro e profumato. Nell' aria si respira un assaggio dell'aspro inverno che verrà. Se fossimo capaci di nasconderci dentro la tana di un topo di citta' , ogni pulviscolo di stelle non sarebbe che una promessa vana.
Provo a scrivere le cose che non riesco a dire e mi sembra che questo sia l' ennesimo esercizio inutile che porterà poco lontano da qui.
Ho desiderio di quel caffè che ha cominciato a riposare stancamente, illuso che il suo destino continuerà amaro e non goduto da nessuno.
Chissà dove sei tu.
Dico che vorrei saperlo per dare un senso vero a quest'aria di mancanza. Non ho voglia di farti domande. Sono finite le domande e le risposte tardano a giungere.
Le fabbriche delle domande e delle risposte sono forse dislocate ai poli opposti dell' oceano. Se fossero sorelle o cugine, o amiche strette smetterebbero di esistere e di trovare la forza di uscire da casa.
Se davvero ci fosse intuizione, quel topo non uscirebbe mai dalla sua tana, se non, forse, per organizzare un viaggio verso la campagna!
Quel topo sarebbe morto dieci minuti prima di essere partito. Avrebbe inciampato sul raggio di sole stampato sulla parete accanto al letto e si sarebbe lasciato ingannare una volta di più dal profumo di caffè.
I topi non bevono il caffè.
Desiderano comprendere poco e niente dell' uomo. Solo il suo senso dello spreco. Per pregarlo di essere via via più dilagante e ottuso.
Il caffè è freddo.
Finalmente!
Stupore
Non so dire da quanto tempo stessi ferma sul molo, a guardare il mare. La luce pareva interminabile. Come certe illusioni. È stato un gabbiano a suggerirmi la verità. Si è posato leggero sulla prua di una barca. Ha atteso un tempo incalcolabile. Come quello di certe illusioni. Poi è scivolato sulla superficie dell' acqua. È risalito con un pesce nel becco. Ed è sparito. Come certe illusioni. Il gabbiano ha nutrito il suo bisogno. Non così, io. Io che ho dimenticato me stessa. Qui, sul molo.
Adesso sento la fame. Ecco la verità. Tutto quello che c'è.
Adesso cercherò il mio pane.
martedì 17 giugno 2014
Certezza
Ti lascio andar via con la certezza che stiamo pensando la stessa cosa.
Ti lascio andar via. La certezza è mia.
Questa è stata la nostra storia.
Certezze mai uguali.
Ostinate certezze che ci hanno rubato perfino l' ultimo saluto.
Forse il piu prezioso.